L’impostazione psicosomatica si occupa dei rapporti tra ciò che è fisico e ciò che è psichico, dell’interazione e quindi dell’unità mente-corpo (e non della loro separazione). Potremmo dare un senso esistenziale in ogni affezione somatica, per esempio in quale circostanza ci si ammala, e di che cosa ci si ammala.
All’interno di questa cornice è importante considerare una casualità plurifattoriale, che possa contemplare, tra i diversi fattori coinvolti, anche una problematica conflittuale, radicata nella storia personale del soggetto e che si “posiziona” sul corpo e più precisamente su un organo. Un solo organo inizia così a parlarci di emozioni che non si riescono a verbalizzare.
Quando il terapeuta è chiamato ad intervenire diventa di cruciale importanza la sua capacità di fare verbalizzare al paziente le proprie credenze e i propri stati emotivi. Ed è proprio la capacità, del terapeuta insieme al suo paziente, di entrare in contatto con i conflitti emotivi, e costruire un significato, riuscire a trovare le parole per esprimere le proprie emozioni, talvolta “bloccate” da troppo tempo, che crea la strada verso la guarigione. Solo così è possibile evitare che certi conflitti prendano la strada del corpo, e si manifestino attraverso tanti sintomi.
Le affezioni psicosomatiche più frequenti e più studiate sono:
- Cefalee muscolo- tensive;
- Dolori muscolari causati da un elevato grado di tensione;
- Disturbi gastrointestinali, nausea e vomito e, in particolare la sindrome del colon irritabile;
- Manifestazioni dermatologiche psoriasi, eczemi, prurito, ecc.
Tali disturbi influenzano fortemente la qualità della vita del paziente, riducendo in alcuni casi e inficiando la sua vita lavorativa, affettiva, familiare e sociale.